Alla natura si comanda solo ubbidendole. Francis Bacon, Saggi, 1597/1625

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Curcuma e Psoriasi

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La curcuma è un rimedio popolare per la psoriasi.

Un avvertimento: la pasta farà diventare la vostra pelle un po’ gialla, ma sparirà con il tempo.

Fase 1

Versare 1 / 4 di cucchiaino di curcuma in polvere in una ciotola di vetro, ceramica o metallo). Questa dose è sufficiente per trattare una piccola area. Utilizzare più curcuma se dovete trattare aree più ampie della cute.

Fase 2

miscelare con acqua in modo da fare una pasta di consistenza del fango.

Fase 3

applicare uno strato sottile di pasta sulle zone colpite dalla psoriasi prima di coricarsi ed avvolgere un pezzo di garza attorno alla pelle trattata

Fase 4

Rimuovere la garza e lavare la pasta con acqua calda


Curcuma: Proprietà e Benefici

Habitat: America centrale, Antille, Malaysia:originaria di Giava.

Questa grande pianta erbacea perenne è dotata di un rizoma sotterraneo voluminoso. Questo viene estirpato, tagliato a fette rotonde, fatto essiccare. Dopo questo trattamento, diventa di un colore arancione ed emana un gradevole odore.

La curcuma figurava già in un elenco di droghe in vendita a Francoforte nel 1450. E’ molto diffusa in Indonesia, dove viene usata come rimedio per il fegato ed è conosciuta con il nome di temoe lawacq. Possiede anche proprietà battericide. Si adopera per fare infusi che agiscono come tonico sulle vie biliari. Uso Interno

In India è conosciuta ed utilizzata da almeno 5.000 anni, come medicina, spezia e anche colorante; botanicamente parlando, la curcuma appartiene alla famiglia delle Zingiberacee. Si tratta di piante erbacee, perenni, dotate di rizoma e coltivate prevalentemente nelle regioni tropicali. La pianta della curcuma è caratterizzata da foglie lunghe a forma ovale, mentre i fiori sono raccolti in spighe. Il suo nome deriva dalla lingua persiana-indiana e precisamente dalla parola Kour Koum, che significa zafferano; infatti la Curcuma è anche nota col nome di Zafferano delle Indie. I suoi rizomi, che sono la parte della pianta che contiene i principi attivi, o droga, vengono fatti bollire per parecchie ore e fatti seccare in grandi forni, dopodiché vengono schiacciati  fino ad ottenere una polvere  giallo-arancione che viene comunemente utilizzata come spezia nella cucina del Sud Asia.

La spezia che si ricava dalla curcuma, come abbiamo detto di un bel colore giallo dorato, contiene centinaia di componenti; tuttavia l’attenzione degli studiosi si è concentrata su uno in particolare: la curcumina.
Altri componenti della curcuma sono rappresentati da potassio, da vitamina C, e per il 26% da amido. Molto importante anche la presenza di oli eterici che sono in grado di stimolare l’appetito e quelli amari che sono in grado di stimolare la formazione di enzimi digestivi.
curcuna-ambiente
In base a recenti studi è risultato che la curcumina potrebbe essere utile a contrastare l’insorgere di almeno otto tumori: colon, bocca, polmoni, fegato, pelle, reni, mammelle e leucemia. La curcuma viene impiegata nella medicina tradizionale indiana e in quella cinese come disintossicante dell’organismo, in particolare del fegato e come antinfiammatorio. Queste proprietà salutari che vengono attribuite alla curcuma dalla tradizione popolare sono le stesse che oggi vengono confermate dalla medicina ufficiale, anche alla luce dei numerosissimi studi e scoperte che la scienza attuale ha ufficialmente confermato.
La cosa che ha “catturato” l’attenzione degli studiosi è il fatto che nei paesi asiatici e in particolare in India, dove il consumo di curcuma è altissimo, l’incidenza dei tumori è molto bassa. Molto interessanti le proprietà antiossidanti della curcumina che sono in grado di trasformare i radicali liberi in sostanze inoffensive per il nostro organismo oltre naturalmente a rallentare l’invecchiamento del nostro patrimonio cellulare. Molto valida anche l’azione cicatrizzante della curcumina; in India infatti viene applicato il rizoma di curcuma per curare ferite, scottature, punture d’insetti e malattie della pelle con risultati veramente soddisfacenti. Infine, secondo uno studio pubblicato sulla rivista ” Cancer Research”, la curcuma avrebbe un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel trattamento del tumore alla prostata. Si è inoltre constatato che l’effetto della curcumina è ancora più evidente quando associato ad un isotiocianato presente in verdure come il cavolo, i broccoli o il cavolo rapa.
La pianta da cui si ricava la curcuma è quella della Curcuma longa, una pianta che vive tra i 20 ed i 30 gradi. Il primo produttore al mondo di curcuma è l’India con la sua città Sangli, a sud dell’India,  che rappresenta il centro principale di produzione.
La polvere di curcuma è l’ingrediente che dà il colore caratteristico al curry; il sapore è molto volatile mentre, al contrario, il colore si mantiene inalterato nel tempo. Per questo motivo è una sostanza che viene largamente impiegata nel ramo alimentare come colorante, il suo codice è E 100; alimenti come il formaggio, yogurt, mostarda, brodi vari in scatola e altri ancora vengono spesso colorati con derivati della curcuma.
La curcuma viene normalmente venduta in polvere. In questo caso va conservata dentro a un vaso di vetro sigillato ed in un  luogo fresco e asciutto per mantenerne più a lungo l’aroma; è buona cosa che il vaso non sia trasparente così da non far filtrare la luce che danneggerebbe le proprietà della “preziosa” polvere.
curcuma
Per un uso salutistico è sufficiente riuscire ad integrarla nella nostra dieta quotidiana. Un paio di cucchiaini da caffè al giorno sono la dose ideale; si può aggiungere a fine cottura di molti alimenti ma si può anche aggiungere a vari tipi di yogurt o farne una salsa. E’ importante ricordare che la curcuma va assunta insieme al pepe nero o al tè verde per facilitarne l’assorbimento. Non solo. Anche l’abbinamento a qualche grasso, tipo olio d’oliva, burro, o quant’altro, facilita l’assorbimento della curcuma.
Da non confondere con il curry, la curcuma è una polvere giallo scuro che deriva da una pianta appartenente alla famiglia dello zenzero. Il suo assorbimento da parte del nostro organismo è piuttosto basso e questa particolarità ne rende l’impiego molto sicuro, in quanto diventa molto difficile assumerne quantità notevoli che sarebbero dannose all’organismo. Al contrario, questa peculiarità, potrebbe essere di impedimento alla sua efficacia; in questo caso ci vengono in aiuto due “spezie”: il pepe nero ed il tè verde, la cui assunzione, aumenta in modo sostanzioso l’ assorbimento di alcune sostanze alimentari, tra cui la curcumina.
Lo sapevate? Un cucchiaino di curcuma corrisponde a 2 calorie. In cosmesi la curcuma è nelle formule di prodotti solari, antirughe, dermopurificanti e antiforfora.
 
La curcumina è usata oltre che come colorante alimentare ( E 100) come sostanza colorante per lana e seta e come indicatore acido-base visto  che in ambiente basico il colore si trasforma in  rosso.
 
Purtroppo, come avviene in molti altri campi, la curcuma viene aggiunta , dalle aziende poco serie , per “allungare” il più costoso Zafferano; in questo caso, fortunatamente, viste le proprietà salutari della curcuma, non vi sono problemi.

Oleolito di curcuma

oleolito curcuma

Mezzo litro di olio di sesamo

3 cucchiai di curcuma in polvere.

Un barattolo di vetro (da corpire con carta stagnola).

Una bottiglietta di vetro scuro.

Versiamo tutto l’olio nel barattolo di vetro e mescoliamo per qualche secondo la curcuma. Chiudiamo bene con il coperchio e copriamo bene il vetro con la carta stagnola al fine di impedire il passaggio della luce solare. Poniamo quindi il barattolo in un mobiletto fresco e asciutto, dove potrà stare in un ambiente buio. Lasciamo macerare in questo modo per una settimana, ricordandoci di agitare il barattolo ogni giorno. L’ottavo giorno non agiteremo il barattolo ma travaseremo il barattolo in una bottiglie di vetro scuro senza smuovere la curcuma che si sarà depositata sul fondo. Sarà necessario prestare un po di attenzione affinchè lo strato di polvere non finisca nella bottiglietta (se accidentalmente una piccola parte dovesse cadere, basterà evitare di spalmare sulla pelle la porzione di olio con la curcuma).

Questo oleolito è un ottima base da inserire in creme, detergenti e cosmetici in generale, essendo dotato di proprietà antirughe, antinvecchiamento, antiforfora. Se usato poi dopo l’esposizione solare o a lampade (mai prima) protegge dagli effetti nocivi delle radiazioni solari.


I benefici delle spezie

Sin dall’antichità le spezie sono conosciute e utilizzate in cucina, ma entrano anche nei preparati della medicina tradizionale di tutti i popoli. I benefici delle spezie sono innumerevoli: non soltanto le spezie consentono di migliorare il gusto delle pietanze, ma sono anche ricchissime di principi attivi, nutrienti e proprietà medicinali. Conosciamo una ad una le spezie più diffuse e consumate.

Benefici delle spezie

spezie

Anice

Ci sono diverse varietà di spezie commercializzate con il nome di anice. La più caratteristica e profumata è l’anice stellato, dalla singolare forma a stella (ovvero il frutto, che contiene i piccoli semini). L’anice stellato ha proprietà eupeptiche, carminative ed antidiarrioiche, ed è un’ottimo ingrediente per preparati contro il catarro o bevande digestive.

Cannella

Il profumo avvolgente e delicato della cannella è davvero inconfondibile. Ricavata dalla corteccia interna della Cinnamomum zeylanicun, la spezia ha molteplici utilizzi, dalla cucina alla naturopatia. Ottima stimolante della digestione, la cannella ha anche proprietà antibatteriche, antispastiche ed anticolesterolemiche, oltre ad essere considerata (chissà?) un valido afrodisiaco. Questa spezia è anche un’ottima alleata contro il diabete di tipo 2 per via delle sue proprietà ipoglicemizzanti.

Cardamomo

Spezia profumatissima, il cardamomo si acquista essiccato sottoforma di piccole capsule contenenti alcuni semini scuri. La varietà più pregiata ed aromatica è il cardamomo verde, nel quale la bacca conserva il colore verde anche dopo l’essicazione. Estremamente volatile, l’aroma dei semini di cardamomo è preservato dalla capsula, ed è intenso e avvolgente. In cucina il cardamomo è utilizzato sia nelle miscele di spezie orientali che per aromatizzare dolci, specie al nord Europa. Le proprietà? Innumerevoli. Ottimo per i problemi digestivi, il mal di stomaco e contro la flatulenza, il cardamomo ha proprietà stimolanti e viene utilizzato nella medicina tradizionale indiana anche per la cura delle gengive o dei denti, oltre che come rimedio all’alitosi.

Chiodi di garofano

Dall’odore intenso ed aromatico, i chiodi di garofano sono i piccoli boccioli floreali dell’Eugenia caryophyllata, una delle spezie più conosciute da sempre. Utilizzati per aromatizzare piatti dolci e salati, i chiodi di garofano entrano anche in numerosi preparati per la cosmesi. Si tratta di una spezia dall’elevatissimo potere antiossidante, con proprietà eccitanti, antisettiche, vermifughe, antinevralgiche, carminative ed antispasmodiche. Si può utilizzare per la preparazione di infusi da assumere dopo i pasti, in caso di indigestione, colite o fermentazione.

Coriandolo

I piccoli frutti essicati del coriandolo, interi o macinati, si usano in cucina per aromatizzare un’ampia varietà di pietanze, oppure in pasticceria. Le proprietà? Carminative, stomachiche, stimolanti, antispasmodiche, antisettiche, antibatteriche. 

Cumino

Tra i principali componenti del curry, il cumino si ricava dai semi del Cuminum cyminum, pianta diffusa nel bacino del Mediterraneo ed in America. Ottima in cucina per aromatizzare piatti e salse, era conosciuta ed apprezzatissima anche dai romani. I semi di cumino sono ricchi di proprietà: oltre a contenere ferro, indispensabile per il nostro sistema immunitario, contengono anche numerose vitamine (B1, B2, B6, PP, C e K) e sali minerali. Sono inoltre ottimi stimolanti del metabolismo ed entrano nella composizione di infusi contro il gonfiore addominale. Si ritiene che masticare semi di cumino possa migliorare l’alito cattivo.

Curcuma

Simile allo zafferano nell’aspetto (l’odore è pungente e caratteristico) ed altrettanto colorante, la curcuma è la radice polverizzata di Curcuma longa, anche se ne esistono diverse varietà. Tra le spezie più popolari nella cucina asiatica, è stata impiegata con successo sia nella medicina ayurvedica che in quella cinese. Studi recenti hanno dimostrato come la curcumina, principio attivo contenuto nella spezia, abbia proprietà antitumorali, inibendo la crescita di diversi tipi di cellule tumorali. Tra le altre caratteristiche, la curcuma è ricca di antiossidanti, antitrombotica, aninfiammatoria, coleretica, colagoga e ipercolesterolemizzante. Consultare un medico se si intende assumerla in gravidanza (sconsigliato!), allattamento o se si hanno problemi alle vie biliari.

Gingseng

Utilizzata da secoli in medicina cinese per le sue incredibili proprietà, la radice di gingseng (o ginseng) contiene fitoestrogeni ed ha dimostrati effetti afrodisiaci, oltre a stimolare il sistema nervoso ed accelerare il metabolismo. Si può trovare in commercio come ingrediente di prodotti specifici, oppure (più difficilmente) intera.

Noce moscata

La noce moscata, spezia molto delicata e diffusa, ha numerose proprietà officinali. Digestiva, disinfettante ed antisettica, è anche antibatterica, antinfiammatoria e contrasta meteorismo, diarrea e fermentazione intestinale. È anche un blando calmante del sistema nervoso. Attenzione a non eccedere con le quantità, altrimenti si rivela tossica!

Paprika

Ricavata dalla macinazione di vari tipi di peperoncino essiccato, la paprica (o paprika) è un ottimo stimolante dell’apparato digerente, ed ha proprietà toniche ed antisettiche, oltre a migliorare la circolazione.

Pepe

Tra le spezie più diffuse sulle nostre tavole, il pepe è il frutto lavorato della pianta Piper nigrum, originaria dell’India. Ne esistono diverse varietà, a seconda delle modalità di lavorazione dei frutti: il comunissimo pepe nero è ricavato dai frutti acerbi essiccati, mentre il pepe bianco conserva soltanto il seme. Il pepe rosa, invece, proviene dalla pianta di Schinus molle, originaria degli altipiani delle Ande. Apprezzato sin dall’antichità, il pepe compare già in numerosi rimedi ayurvedici. L’alto contenuto di piperina dà a questa spezia proprietà stimolanti, stomachiche e toniche, ma anche antisettiche e (taluni sostengono) afrodisiache. Inoltre il pepe è indicato in alcune diete dimagranti per la capacità della piperina di inibire parzialmente gli accumuli adiposi. L’assunzione di pepe è sconsigliata a chi soffre di problemi gastrici, ulcera, ipertensione od emorroidi, ma anche in concomitanza con diversi farmaci specifici.

Peperoncino

Ottimo antibatterico, il peperoncino è ricco di vitamina C, stimola la digestione ed ha proprietà antiossidanti, oltre a rivelarsi un alleato della nostra salute contro raffreddore e sinusite. Ritenuto tra i migliori afrodisiaci (stimola la vasodilatazione), il peperoncino ha anche un’efficace azione sul metabolismo, innalzando la temperatura corporea ed aumentando così il senso di sazietà.

Vaniglia

Intensamente e dolcemente profumata, la vaniglia si ricava dai baccelli della Vanilla planifolia, ed è attualmente tra le spezie più care in circolazione. I benefici della vaniglia sono legati alle sue proprietà astringenti, stimolanti ed antisettiche, oltre che (le evidenze scientifiche in merito non sono ancora sufficienti) afrodisiache ed antidepressive.

Zafferano

Estratto dallo stimma dei fiori del Crocus sativus, lo zafferano è una spezia molto utilizzata in cucina, specie come colorante o nei risotti. Ricco di antiossidanti, è un buon acceleratore del metabolismo e stimola la digestione. Studi recenti hanno dimostrato l’incidenza positiva dello zafferano su depressione e disturbi dell’umore. In quantità elevate (dai 4-5 g circa) può essere fortemente tossico. Se ne sconsiglia caldamente l’uso in gravidanza.

Zenzero o Ginger

Il rizoma dello Zingiber officinale, semplicemente noto come zenzero, è un vero concentrato di principi attivi. Utilizzato come spezia in cucina, ha proprietà (da essiccato) stomachiche, antiossidanti ed antinfiammatorie. Fresco, invece, è unottimo antipiretico, antinausea ed antinfiammatorio. L’infuso caldo di zenzero è ottimo contro il raffreddore di stagione.

I Masala o miscele

Masala è un termine indiano che significa “miscela”. I masala, molto utilizzati nella cucina indiana e sud-asiatica, sono mix di spezie essiccate o anche di paste speciali, ideali per aromatizzare un’ampia varietà di pietanze. Il masala più diffuso è il Garam Masala, un mix che include cannella, coriandolo, cumino, cardamomo, chiodi di garofano, curcuma e pepe nero, ma anche aglio, peperoncino, zenzero ed altre spezie a seconda delle varianti. Difficilissimo da preparare in modo equilibrato (le dosi giuste le conoscono solo gli esperti), si sposa bene con il pollo e le carni bianche, con le verdure, il riso Basmati ed il pesce. Anche il nostro curry è una varietà di masala di origine indiana, diffusissima in tutto il mondo in innumerevoli e colorate miscele. Altri masala molto utilizzati sono il Tikka masala ed il Tandoori masala. Se ci spostiamo verso ovest, invece, troviamo un’ampia varietà di profumatissime miscele mediorientali, dal Baharat al Tabel sino al popolare Ras al-hanut, colori e profumi che sanno di vivacissimi mercati nordafricani.

Spezie esotiche e meno conosciute.

In alcuni negozi specializzati o nelle erboristerie è possibile reperire spezie esotiche (o anche europee) meno conosciute, ricche di proprietà officinali e dal piacevole aroma.

È il caso, ad esempio, del macis, spezia ricavata dal frutto della Myristica fragrans, pianta che cresce nelle Isole Molucche. Insolito? Non troppo, perchè alla fine si tratta dell’endocarpo della comune noce moscata, pur presentando un sapore più delicato.

Tipico dell’areale mediterraneo è invece il fieno greco, dall’aroma altrettanto delicato e particolare. L’estratto dei semi ha proprietà stimolanti e ricostituenti, ed è dunque utilizzato in casi di anemia, convalescenze e denutrizione, ma anche per ridurre la glicemia.

Anche il carvi (kharvi) non è poi così esotico, essendo conosciuto in Europa da diversi secoli. Esteticamente simile al finocchio, il seme di carvi ha un aroma molto pungente ed è efficace come digestivo e contro il meteorismo.

Cercate sapori forti? Provate il pimento, più noto come pepe giamaicano. Le sue bacche essiccate, di colore marroncino, emanano un intenso profumo caratteristico ed inconfondibile, protagonista di numerosi piatti della cucina caraibica. L’eugenolo, principio attivo che si ricava dall’olio essenziale di pimento, ha proprietà digestive, analgesiche, carminative ed antisettiche.

Molto diffusa in oriente è la nigella, anche nota come sesamo nero. I semini scuri e amarognoli entrano in numerosi piatti tipici della cucina mediorientale, ma sono anche utilizzati da secoli dall’antica medicina islamica.

Altra spezia molto particolare è il sommacco, ricavato dai frutti essiccati del Rhus coriaria L. Dal colore rossiccio, questa spezia è reperibile soprattutto nei paesi mediorientali, in numerose varianti (tra cui alcune non commestibili, attenzione!). Può vantare un altissimo potere antiossidante.

Spezie e bellezza

Molte tra le spezie su menzionate possono essere utilizzate anche in cosmetica, per farne preparati casalinghi, bagni e impacchi, o semplicemente utilizzandone l’olio essenziale. La preparazione ed i dosaggi richiedono molta attenzione, un buon motivo per rivolgersi soltanto a centri specializzati o acquistare prodotti già pronti.

Aromi e spezie

Qual’è la differenza tra “aroma” e “spezia”? Le erbe aromatiche, per convenzione, si classificano tra gli aromi. Basilico, menta, prezzemolo, rosmarino & co, anche essiccati sono quindi degli aromi, ovvero ricavati da piante spontanee o coltivate delle quali si usano soprattutto le foglie. Per le spezie, invece, vale il termine erboristico di droga: ovvero le singole spezie si ricavano da diverse parti della pianta (radici, corteccia, seme, rizoma, fiore, ecc…), hanno un alto contenuto di oli essenziali e principi aromatici e sono utilizzate anche al di fuori della sfera alimentare.

Le spezie nell’ayurveda

L’ayurveda, la medicina tradizionale indiana, fa abbondante uso di spezie per l’equilibrio dei 3 dosha, ossia le 3 diverse energie vitali che compenetrano l’organismo. In molti casi l’azione delle spezie è finalizzata a migliorare i processi digestivi, la secrezione gastrica e facilitare l’eliminazione dei gas, intervenendo sull’equilibrio generale del sistema-corpo.

Ciascuna spezia è classificata con un proprio rasa, ossia un gusto, e può essere dosata ed prescritta dal medico ayurvedico in abbinamento a rimedi specifici per il paziente da trattare. Lo zenzero, ad esempio, possiede un rasa pungente, mentre la cannella tende al dolce. Gli altri 4 rasa individuati dall’ayurveda sono amaro, astringente, aspro e salato.

AVVERTENZA: l’utilizzo delle spezie richiede buonsenso. Mai esagerare con le dosi, ed in caso di dubbi consultare un medico. Per i preparati officinali come infusi, decotti e tinture chiedere sempre consiglio ad un erborista o a un professionista.

Bibliografia

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  • Chantal De Rosamel, Le spezie, De Vecchi
  • Ciro Vestita, Le spezie della salute. Aromi e sapori per una cucina all’insegna del benessere, Sperling & Kupfer
  • Cristiana Monti, Le erbe aromatiche e le spezie. Cucina, salute e bellezza, Xenia
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  • Gianfranco Vissani, Le erbe aromatiche robuste, le erbe aromatiche fragili. Aromi e spezie, La Repubblica
  • Giuliana Lomazzi, Buona tavola, salute e bellezza con erbe aromatiche e spezie, Red Edizioni
  • Lorenza Pliteri, Cannella e zafferano. La cucina della via delle spezie, Ponte Alle Grazie
  • M. A. Webb, Spezie. Guida all’uso delle spezie per la salute e il benessere, IdeaLibri
  • Manisha G. Harkins, Spezie da tutto il mondo, De Vecchi
  • Marco Ceriani, Il potere delle spezie, Tecniche Nuove
  • Michael Tierra, Grande manuale di erboristeria. Un’integrazione delle piante medicinali d’occidente con la medicina cinese ed ayurvedica, Mediterranee
  • Rosalba Pagano, Polvere di spezie. Ricette di cucina, salute e bellezza, Xenia